Dispersi e morti in guerra

Purtroppo molti soldati (oltre 300.000 furono i morti militari italiani durante la Seconda Guerra Mondiale) non riuscirono a sopravvivere alla guerra e terminarono la loro vita nelle lande ghiacciate della Russia o nell’infuocato deserto africano. Ma non era sempre possibile comunicare immediatamente la fatale notizia alle famiglie, sia per le difficoltà legate alla guerra ancora in corso sia in assenza dei corpi dei soldati.

La prima fase della procedura, se non si era in presenza del corpo della vittima, era lo stato di “disperso”, di cui si dava notizia alla famiglia quanto prima. Poteva capitare che a seguito di ulteriori ricerche e comunicazioni, il soldato venisse rintracciato, magari come prigioniero, ma se non si aveva più notizia del milite, potevano passare anche anni prima che si arrivasse alla dichiarazione di “morte presunta”.

Tutte queste fasi venivano vissute dai parenti rimasti a casa con angoscia crescente ed a volte sono dovute passare decine di anni prima che i parenti sopravvissuti abbiano potuto ricevere i resti di soldati dei loro cari.

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