Prigionieri di guerra

La prigionia è sempre uno stato di sconfitta per chi la subisce: il prigioniero si trova impotente, in mani nemiche, pensa alla propria famiglia ed al proprio fallimento. Ma si è comunque vivi e si spera di poter tornare sani e salvi a casa e questo dà la forza per proseguire.

Le sconfitte subite dall’Italia sui vari fronti di guerra portarono nelle mani degli Alleati un numero enorme di prigionieri: oltre 600.000 furono i soldati italiani rinchiusi nei campi di prigionia francesi, inglesi, americani e russi. Le condizioni di vita peggiori si registrarono in Unione Sovietica e in Tunisia, mentre negli USA si ebbero condizioni migliori e si poté aderire ad un programma di collaborazione con le forze armate americane (ISU Italian Service Units). In tutti i campi i prigionieri furono sfruttati come manodopera per i lavori più umili anche ben oltre l’armistizio dell’8 settembre. 

Ecco alcuni documenti in merito

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